OLTRE IL PUBBLICO E IL PRIVATO: ACQUA BENE COMUNE

Il Comitato Bellunese Acqua Bene Comune ha deciso di partecipare alla manifestazione del 20 marzo anche con contenuti propri territoriali.


COMUNICATO



A Roma ci saremo!
Dopo una lunga e partecipata assemblea, il Comitato Bellunese Acqua Bene Comune ha deciso di partecipare alla manifestazione del 20 marzo anche con contenuti propri territoriali.
Per anni aziende private e pubbliche hanno devastato il nostro territorio, costruendo chilometri e chilometri di tubature utilizzate per scopi irrigui e per la produzione di energia idroelettrica, provocando la parziale o definitiva morte di importanti ecosistemi in lunghi tratti dei nostri fiumi. Oggi, è in atto un nuovo far west di conquista del 10% di acqua rimasta a scorrere in alveo (34 richieste di nuove centrali) e riguarda anche la privatizzazione del servizio idrico integrato.
La nostra provincia e i suoi cittadini ben conoscono cosa può significare anteporre alla difesa dei beni comuni, la logica del profitto per pochi.
Il ricordo di una grave tragedia come quella del Vajont, ha profondamente segnato l'immaginario collettivo, ma non è bastata a far aprire gli occhi a molti amministratori locali e regionali che continuano ad assecondare le iniziative speculative e colonizzatrici di una nuova classe di predoni dell'acqua, sempre pronti a trasformare il bene più prezioso delle nostre vallate in merce.
La superficialità di analisi tecniche e scientifiche e l'assecondamento di logiche speculative, è ben riassunta dalla vicenda della valle del Mis, dove il  Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e la Regione Veneto hanno concesso alla ditta privata Valsabbia SPA di Brescia il nulla osta alla realizzazione di una nuova centrale idroelettrica all'interno di un’Area Protetta, Sito Europeo di Natura 2000, cuore di un territorio individuato quale Patrimonio mondiale dell’umanità (UNESCO); questo è un ulteriore esempio di come non possiamo delegare acriticamente alle istituzioni e al settore pubblico il controllo politico e di cittadinanza dell'acqua.
Siamo consapevoli che in questa fase di privatizzazione spinta dell'acqua, sia importante, prima di tutto, bloccare il tentativo da parte dei privati, dei capitali speculativi e finanziari, di impossessarsi, per decenni, di un bene fondamentale per la vita; siamo, però, altrettanto convinti che sia giunto il momento di cominciare a praticare adeguate mobilitazioni ed iniziative che portino con sè il desiderio di saper guardare oltre l’orizzonte della ripubblicizzazione, verso pratiche partecipative di condivisione del Bene Comune, per la democrazia.
E’ grazie a questa visione che siamo riusciti a creare una piccola comunità che ha saputo aggregare persone provenienti da percorsi e culture politiche differenti, che grazie all'amore verso il proprio territorio, ha deciso di voler determinare, partendo dall'acqua, uno sviluppo e un futuro migliore per queste nostre montagne.
Da questi territori scenderemo fino a Roma, accompagnati da tutti coloro che, vorranno attraversare con noi le strade dei luoghi del potere politico centralista, al quale grideremo con amore che 'questa, questa è la nostra terra, questa è la nostra acqua!'.
Si dice acqua, si pratica democrazia.  
  

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