Luxottica, gli impiegati non servono più

 

L’azienda sta proponendo loro il demansionamento, la mobilità volontaria o il licenziamento. 

  

Sindacati preoccupati

MARTEDI 15 OTTOBRE 2013 - Corriere delle Alpi

  

di Paola Dell'Anese

AGORDO. Demansionamento, mobilità volontaria o licenziamento per riorganizzazione del lavoro.

  

Sono queste le prospettive che da qualche tempo vengono presentate ad alcuni impiegati della Luxottica di Agordo dall’ufficio personale. Una triplice opzione, ad oggi avanzata oralmente dall’azienda, di fronte alla quale i dipendenti si trovano spaesati e impauriti. In gioco c’è il posto di lavoro. E di questi tempi non è una cosa da poco.

  

Una situazione che sta creando non poca preoccupazione nel sindacato, che fino a qualche tempo ne era all’oscuro. Anche perché si tratta di colloqui personali svoltisi con i dipendenti.

  

Ad oggi, ancora non si conosce quanti siano gli impiegati interessati da questi contatti, perché, come fanno sapere gli stessi sindacalisti «il lavoratore, quando capitano queste cose, ha paura e non parla».

  

La vicenda ha inizio quando all’interno dello stabilimento agordino viene introdotto un sistema informatizzato che necessita di un minor numero di persone nel settore impiegatizio. I dipendenti che sono stati chiamati dall’ufficio personale si sono quindi sentiti proporre tre opzioni: la prima è quella che prevede un demansionamento da impiegato a operaio, con sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro (patto che non sarebbe valido secondo quanto riferiscono gli esperti); la seconda proposta paventa l’uscita dall’azienda, aderendo volontariamente alla procedura di mobilità (valida fino al 31 dicembre 2013 e con possibilità di proroga fino al 30 novembre 2014) concordata nel novembre 2012 tra sindacati e azienda; la terza e ultima possibilità che viene messa di fronte al lavoratore è quella del licenziamento per giustificato motivo, determinato da ragioni inerenti all’attività produttiva e all’organizzazione del lavoro.

  

«Ma come è possibile che in previsione dell’introduzione di questo nuovo sistema informatico, l’azienda non abbia pensato a una formazione del personale che presumibilmente sarebbe risultato in surplus? Qui si parla anche di giovani impiegati sui 30-40 anni, laureati e quindi in grado di adattarsi e ricollocarsi all’interno dell’azienda», dicono stupiti i sindacati. «Mentre noi parliamo della marca del caffè da mettere nel carrello della spesa all’interno del piano del welfare, veniamo a sapere che capitano queste cose. Ai lavoratori che si sono rivolti a noi abbiamo detto che non sono obbligati ad aderire ad alcuna di queste proposte. E che qualora arrivi un licenziamento, c’è la possibilità di impugnarlo», commentano i sindacalisti, che si augurano, però, non si arrivi mai a questa soluzione.

  

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