VENERDI' 15 NOVEMBRE 2013 - Corriere delle Alpi
di Martina Reolon
BELLUNO. Piove sempre sul bagnato. È proprio il caso di dirlo parlando della manifestazione e del presidio tenutisi ieri in piazza Duomo. Dieci minuti prima dell’inizio, infatti, hanno iniziato a cadere le prime gocce di pioggia.
Cgil, Cisl e Uil hanno protestato in modo unitario contro la legge di stabilità 2014, in discussione al Parlamento. Lo sciopero è stato indetto a livello nazionale e anche le organizzazioni sindacali bellunesi hanno deciso di aderirvi.
«Oggi non c’è nessuna politica seria», ha messo in risalto il segretario provinciale della Cgil Ludovico Bellini. «Precisiamo che noi oggi (ieri, ndr) siamo qui contro il Governo. Fortunatamente abbiamo tutta la politica provinciale e i nostri rappresentanti in Regione dalla nostra parte. Quindi teniamo a mantenere distinti i due aspetti».
Al centro della protesta, tra le tante questioni, c’è prima di tutto il problema del lavoro. «In cima a tutte le richieste c’è quella di provvedimenti a favore dell’occupazione», ha aggiunto Bellini, «insieme a incentivi per le assunzioni. Ci auguriamo fortemente che le nostre proposte non restino inascoltate. Non è escluso che si potrà arrivare a uno sciopero generale con manifestazione a Roma. Speriamo che non serva. Quel che è certo è che dobbiamo essere tutti uniti in uno sforzo eccezionale per salvare i giovani e il lavoro nel nostro territorio provinciale».
Tra i punti della legge di stabilità che, secondo i sindacati, necessitano di una modifica c’è anche la questione della tassazione nei confronti dei lavoratori, del costo del lavoro elevato e di un sistema di stipendi che, così com’è attualmente, non può permettere al mercato interno di ripartire.
«Il Governo, inoltre, non sta affrontando il problema dei costi della pubblica amministrazione», ha fatto presente il segretario Cisl Anna Orsini. «Non vogliamo più che continuino a essere sacrificate scuola e sanità. A questo diciamo basta. Ci sono altri modi per razionalizzare le spese. Livelli, soggetti e consulenze varie non fanno altro che andare ad aumentare le spese dell’amministrazione pubblica».
Non a caso tra le proposte portate dalle organizzazioni sindacali c’è la riduzione degli enti inutili, del numero delle società pubbliche, dei consigli di amministrazione.
Al centro delle proteste dei sindacati anche la questione delle pensioni. «La manovra di 3 miliardi di euro riduce i pensionati “ai minimi termini”», ha affermato Renato Bressan, segretario generale Spi-Cgil di Belluno. «A questo si aggiunge la mancanza di un piano straordinario di investimenti per i giovani».
Ma con la manifestazione e il presidio di ieri sindacati e lavoratori hanno voluto richiamare l’attenzione soprattutto sul tema lavoro, mai così caldo come nelle ultime settimane. «Aziende come Acc e Ideal Standard hanno contribuito allo sviluppo del nostro territorio», hanno voluto ricordare Orsini e Bellini. «Ora, vista la situazione, nessuno può tirarsi indietro e tutti dobbiamo mobilitarci per salvare queste realtà e i posti di lavoro di tante persone». E a chi sostiene che scioperi e proteste non servono a niente Bellini ha avuto qualcosa da dire: «Basti solo pensare all’Acc», ha detto. «Se non ci fosse stata una mobilitazione sul territorio, forse il piccolo segnale di uscita dal tunnel con il “sì” della banche al finanziamento non ci sarebbe stato. Per cui non crediamo sia corretto dire che le manifestazioni sono inutili».
Sulla condizione molto grave che si prospetta per il futuro dei giovani se le cose non cambieranno ha insistito Valerio Zannin della Uil. «Dobbiamo pensare ai nostri figli», ha esortato. «Che domani li aspetta? Non è assolutamente possibile andare avanti in questo modo».