SABATO 08 DICEMBRE 2012 - Corriere delle Alpi
di Martina Reolon
La conferma, già nell’aria nei giorni scorsi, è stata data da un comunicato arrivato ieri da Palazzo Rosso. Ora, come ricordato dal sindaco Jacopo Massaro, non significa che l’aggiudicazione sia compiuta: si procederà alla verifica di tutti i requisiti del miglior offerente. Alla gara avevano partecipato la Provincia, che detiene il 49,90% di quote in Dolomitibus, e il privato Ratp Dev Italia Srl, con il 39,50%.
«Abbiamo appreso dalla stampa come l'amministratore delegato di Ratp Dev Lombardi si stupisca che la Provincia abbia deciso di esercitare la prelazione sulla parte di quote che il Comune di Belluno aveva alienato, concorrendo di fatto contro il socio privato per riaffermare la titolarità del bene», commenta Giuseppe Sacchet, Rsu Dolomitibus.
«La perplessità della Ratp deriverebbe dal fatto che giudica inammissibile che un ente locale (Provincia) che sembra abbia manifestato un deficit di bilancio possa pretendere di disporre a sua volta di denaro pubblico per un tale acquisto. Invece io voglio dire che la Provincia sta facendo un buon lavoro. Il suo disagio di bilancio è dovuto ad alte vicende».
Insomma, secondo Sacchet il commissario Capocelli ha ben agito sostenendo l’acquisto delle quote del Comune. «Un’operazione a tutela del patrimonio aziendale, di cui la Provincia era socio di maggioranza relativa (oggi diverrebbe di maggioranza assoluta) e del quale, qualora il privato avesse surclassato il pubblico nell'acquisto, quella parte di quote si sarebbero ridotte al valore della carta straccia, cioè nulla». Una posizione, quella dell’importanza del mantenimento di una maggioranza pubblica, che la Cgil ha da sempre sostenuto. Partendo dal presupposto che Dolomitibus è patrimonio di tutti i Bellunesi.
«Una posizione responsabile e costante nel tempo», aggiunge Sacchet. «Se ci si riappropria di quello che Dolomitibus era prima, Ratp non deve avercela a male. Se ora dovesse riconsiderare la propria strategia a capo della Dolomitibus, sarà una conferma di quello che Filt-Cgil e Rsu andavano sostenendo, ossia che il privato mantiene interesse finché riesce “a mungere la mucca”». Di parere diverso il consigliere regionale Sergio Reolon, che si dice «molto preoccupato per la piega che sta prendendo la vicenda». «I tre soci», evidenzia Reolon, «stanno andando ognuno per conto proprio e non c’è nessuna ricerca di un accordo». «Dolomitibus, da quando sono entrati i privati a cui è stata affidata la gestione, pur mantenendo il controllo pubblico», continua, «è stata risanata e non ha mai avuto debiti. Questo fino al 2010. Poi Provincia e Comune hanno pensato solo alla possibilità di fare cassa per se stessi».
Ora Reolon non mette in discussione il fatto che la Provincia possa comprare le quote di Dolomitibus, «ma i rischi che possono derivare dall’assenza di un accordo. Avevo chiesto a Capocelli che convocasse un incontro fra i tre soci, ma sono rimasto inascoltato. Ora c’è il rischio che il privato se ne vada (possibilità paventata dalla stessa Ratp nel comunicato di due giorni fa, ndr), mettendo in discussione l’integrità di uno strumento che funziona. È pazzesco che si vada a smantellare un esempio esemplare di collaborazione tra pubblico e privato, che per primi siamo andati a fare nell’ambito del trasporto pubblico».