Anfao boccia il nuovo contratto di lavoro

 

Sindacati sorpresi per questa marcia indietro delle imprese. «Ci ripensino, altrimenti si sciopera»

 

VENERDI' 07 DICEMBRE 2012 - Corriere delle Alpi

  

di Paola Dall'Anese

BELLUNO. Anfao boccia la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale collettivo dell’occhialeria. Lo ha fatto a sorpresa, l’altro ieri a Treviso nel terzo incontro organizzato per discutere dell’argomento.

  

Una marcia indietro dei titolari di imprese che ha lasciato a dir poco sorpresi i sindacati della Femca Cisl, Fiulctem Cgil e della Uilta Uil che, volendo mantenere ancora aperte le vie del dialogo, si sono dati appuntamento al 16 gennaio per l’ennesimo vertice. «Se per questa data Anfao rimarrà ferma nella sua posizione, siamo pronti a scioperare», dicono le parti sociali.

  

«La cosa che più ci lascia perplessi», commentano Giuseppe Colferai della Filctem Cgil e Nicola Brancher della Femca Cisl di Belluno, «è che nel corso delle precedenti riunioni, Anfao aveva apprezzato la piattaforma rivendicativa presentata dalle tre sigle, obiettando solo sulla sua onerosità. La piattaforma», ricordano Colferai e Brancher, «era stata approvata nelle assemblee da circa 15mila lavoratori che nel corso degli anni hanno contribuito a fare del settore occhiali una eccellenza produttiva del Made in Italy nel mondo. Con l’obiettivo di voler rimanere in Italia e consolidare l’attività produttiva l’associazione datoriale e le aziende presenti al tavolo si erano dichiarate disponibili ad entrare nel merito di ciascuna richiesta, per attivare un rapido rinnovo del contratto, individuando soluzioni soddisfacenti per entrambe le parti».

  

Ma l’altro ieri da Anfao è arrivata la doccia fredda. «Alle richieste dei lavoratori mirate ad innovare il modello sindacale con la istituzione di consigli di sorveglianza e la realizzazione di una attiva partecipazione alla vita e alle scelte strategiche a partire dal ruolo della Rsu, si sono opposte le aziende», che hanno presentato la loro idea di innovazione e modernità. «Per Anfao modernità significa niente consigli di sorveglianza, no al ruolo attivo delle Rsu e alla condivisione dei fabbisogni occupazionali e formativi, no alla stabilizzazione progressiva dei rapporti di lavoro, e a quelle degli apprendisti, no al capitolo dei diritti dei lavoratori. La modernità richiesta ai lavoratori dalle aziende del comparto si dovrebbe tradurre tra le altre cose, in una revisione delle quantità dei rapporti di lavoro flessibili e dei tetti percentuali dei rapporti di somministrazione a tempo determinato; nella revisione della normativa sulle ferie, nella rivisitazione del capitolo degli orari adeguata ai tempi e alle difficoltà, nell’inserimento di una deroga contrattuale per trasferire in sede di contrattazione di secondo livello la possibilità di escludere l’obbligo delle causali per i contratti somministrati a tempo determinato e nell’individuazione di nuovi criteri per il riordino della normativa disciplinare sul comportamento delle lavoratrici e dei lavoratori e cioè sui licenziamenti facili».

  

Concetti e idee che fanno drizzare le orecchie ai sindacati, che temono che qui si vada solo a togliere diritti, senza darne. «Non ci siamo mai trovati davanti a una situazione del genere», chiosa Colferai che aggiunge: «Questa posizione di Anfao non ci piace, speriamo che la riveda».

  

«A quanto pare su modernità e partecipazione parti sociali e datoriali hanno idee diverse», commenta anche Brancher che aggiunge: «Siamo consapevoli che la fase è difficile per le imprese, ma questo episodio dimostra anche come sia difficile per il sindacato riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati».

  

sull'argomento vedi:

COMUNICATO SINDACALE PER IL RINNOVO DEL CCNL OCCHIALI

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