Sicurezza sul lavoro? Per il governo «è un costo da tagliare»
LUNEDI' 13 SETTEMBRE 2010 - Repubblica
di Tito Boeri
Il ministro dell´Economia ha promesso da tempo di sburocratizzare le imprese, ma sin qui nulla si è visto al di là degli annunci. Meglio di niente si dirà. Permetteteci di essere in disaccordo. Molto meglio il silenzio. Perché gli annunci generici, non accompagnati dai fatti, indeboliscono le normative vigenti senza proporre sostituti. L´annuncio generico invita al condono della violazione sistematica delle norme.
Da qualche settimana gli annunci di Tremonti hanno avuto come oggetto le norme sulla sicurezza sul lavoro. Frasi in libertà, prima smentite e poi ribadite, tra feste di partito e meeting di Cl. Finalmente venerdì 10 settembre il Ministro ha messo per iscritto le sue opinioni in merito alle norme vigenti in tema di sicurezza, in una lettera al "Corriere della Sera". Gli adempimenti previsti dal Testo Unico per la sicurezza, ha scritto Tremonti, sono eccessivamente penalizzanti nei confronti della piccola impresa, tant´è che «di questo tipo di regole e di costi si può fare a meno» «perché un conto è la grande industria dove avvengono i grandi, tragici, incidenti, un conto è il laboratorio di un artigiano».
Se il Ministro guardasse le statistiche dell´Inail si renderebbe conto che in Italia la frequenza degli infortuni sul lavoro è molto più alta nelle piccole aziende artigianali che nelle grandi imprese. Le quattro morti bianche di questo fine settimana coinvolgono tutte dipendenti di aziende minori. Se il Ministro ritiene che alcune norme siano eccessivamente burocratiche, ha il dovere di dirci quali e avviare subito le procedure per abrogarle e sostituirle con normative migliori, dove migliori in questo caso non può che significare che aumentano la tutela della sicurezza sul lavoro. Altrimenti meglio che stia zitto. Perché queste norme vengono sistematicamente eluse, manca in Italia una cultura della sicurezza sui posti di lavoro e le sue parole hanno il sapore dell´ennesimo condono di comportamenti illeciti.