Disabili psichici, nuovo accordo


firmato il rinnovo di un accordo scaduto nel 2009 e ora rilanciato con alcuni miglioramenti


GIOVEDI' 09 SETTEMBRE 2010 - Corriere delle Alpi

di Irene Aliprandi

BELLUNO. Nuovo impulso all’inserimento lavorativo dei disabili psichici. Provincia, sindacati e associazioni di categoria hanno firmato ieri il rinnovo di un accordo nato nel 2005, scaduto nel 2009 e ora rilanciato con alcuni miglioramenti. La novità principale riguarda il prolungamento dei termini da due a tre anni, per dare opportunità anche ai soggetti più gravi.  Sulla base dell’accordo, le aziende possono affidare alcune attività all’esterno, avvalendosi di cooperative sociali che impiegano disabili. Finora le imprese che hanno aderito sono tutte occhialerie: Luxottica, Safilo, Marcolin e De Rigo, capaci di coinvolgere 75 persone in attività varie: imbustamento, allestimento di kit, lavorazioni sugli occhiali, preparazione di materiale.  «Il nuovo accordo», spiega l’assessore provinciale alle politiche del lavoro Stefano De Gan, «presenta tre novità. La prima porta da due a tre anni la durata dei rapporti tra aziende e cooperative, perché in passato le persone con disabilità più gravi restavano indietro, ma se allunghiamo i tempi si potranno inserire meglio anche questi soggetti. La seconda novità riguarda le cooperative e riduce a un anno il tempo minimo di iscrizione all’albo regionale, requisito necessario per accedere all’accordo».  Infine viene eliminato il gruppo tecnico, creato nel primo periodo di sperimentazione.  Generale la soddisfazione delle parti sociali. «Stiamo parlando di persone con problemi notevoli», spiega Renato Bressan della Cgil, «servono cura e attenzioni particolari. Quello che va sottolineato è il metodo seguito, un’esperienza positiva che ci ha permesso di migliorare l’accordo. I 75 già coinvolti sono un buon numero e c’è un servizio che li segue in modo molto proficuo». Parla di bontà del metodo e dell’approccio seguito anche Rudy Roffarè della Cisl.  Marco Caliandro di Confcooperative, ugualmente soddisfatto del lavoro con Provincia e parti sociali, sottolinea la presenza di 14 cooperative sociali di tipo B nel bellunese, più due in formazione. In alcuni casi si tratta di realtà volute e avviate dagli enti locali.  Armando Targon dell’Anmil avrebbe voluto veder coinvolte anche le piccole imprese, ma l’Unione artigiani spiega di aver votato contro questa proposta perché le aziende più strutturate possono rispondere meglio.