«Acqua bene comune» Il Comitato è all'opera


comitati referendari "Due sì per l'acqua bene comune"

VENERDI' 04 FEBBRAIO 2011 - Corriere delle Alpi

di Alessia Forzin
BELLUNO. E' partita ieri anche a Belluno la campagna del coordinamento dei comitati referendari "Due sì per l'acqua bene comune".  Dopo il pronunciamento della Corte costituzionale, che ha dichiarato ammissibili i due quesiti più importanti contro la privatizzazione dell'acqua, ieri Valter Bonan, referente del Comitato, ha spiegato quali saranno i prossimi passi nell'attesa dell'indizione del referendum.  «Sapremo la data entro la fine di febbraio», ha detto, «e sarà tra la metà di aprile e la metà di giugno. Chiederemo di abbinarlo alle Amministrative in programma in maggio, per evitare che si faccia il solito trucchetto di spostarlo in giugno, quando la gente va al mare, per non raggiungere il quorum».  E il quorum è uno degli scogli principali da superare, visto che le ultime esperienze non sono state positive in tal senso. La speranza è che i cittadini, vista l'importanza della tematica, recuperino il loro senso civico. Ora il coordinamento "Due sì per l'acqua bene comune" cercherà «una convergenza anche con le istituzioni, creando un comitato di sostegno formato dalle forze politiche che vorranno aderire alla campagna», ha continuato Bonan. Al momento al comitato referendario aderiscono anche il mondo del lavoro, con la Fiom Cgil, la Camera del Lavoro, l'associazione consumatori, la Diocesi, con l'ufficio cultura e stili di vita in montagna, alcuni Comuni e diversi altri soggetti, tutti uniti nel fronte comune che vuole che l'acqua resti un bene comune, e che la sua gestione rimanga pubblica. Lo vogliono il milione e 400 mila cittadini che hanno firmato per questo. Bonan ha poi aggiunto che, nell'attesa dell'indizione del referendum, «chiederemo una moratoria sulle norme che vogliono privatizzare l'acqua almeno fino al voto e un'altra sull'applicazione del decreto Calderoli, che prevede la scadenza degli Aato al 31 marzo 2011. Ciò significherebbe arrivare a scelte decisive per il futuro della gestione dell'acqua senza un organismo di riferimento importante come l'autorità d'ambito».  Un altro pericolo evidenziato ieri è quello del possibile slittamento del referendum, in caso di crisi di Governo e di elezioni anticipate: «Una norma prevede che slitti di un anno, ma chiederemo una deroga, perchè fare un referendum a decreto Ronchi approvato (il termine è il 31 dicembre 2011) non avrebbe senso», ha detto Bonan, «sarebbe un vero e proprio spregio della democrazia, vista la quantità di firme che sono state raccolte. Il referendum potrebbe riaprire anche la questione sulla chiarezza della gestione da parte di Gsp», ha concluso Bonan, ribadendo le sue critiche sulla modalità di gestione.