«Legambiente sbaglia: s'è investito»


Il sindaco Soppelsa: «Stiamo ancora lavorando con i fondi ricevuti»


DOMENICA 17 OTTOBRE 2010 - Corriere delle Alpi


di Cristian Arboit
CENCENIGHE. L'amministrazione comunale sente di non meritarselo. Parliamo del trattamento che Legambiente ha riservato a Cencenighe in prevenzione del rischio idrogeologico.  Il comune è stato inserito tra quelli dove s'è fatto meno sul fronte del rischio idrogeologico da calmierare.  Ma carte alla mano, il sindaco spiega che non è così, cominciando dal famigerato nodo idraulico Biois-Cordevole.  Nel 1966 Cencenighe fu uno dei comuni travolti dall' alluvione.  Una distruzione senza precedenti che provocò morti e feriti. Fu da lì che si capì come il territorio fosse fragile, forse più che altrove, nonostante la conca agordina sia tutta zona a rischio.  «Da allora si è investito molto sulla difesa idrogeologica», ricorda il sindaco, Mauro Soppelsa. «A inizio 2000 poi ci è arrivato un contributo di 9 miliardi di lire. Adesso stiamo utilizzando l'ultimo troncone di finanziamenti».  L'intervento del sindaco arriva a pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto di Legambiente sul pericolo frane e alluvioni. Lo studio relega Cencenighe nella zona bassa della classifica, rifilandogli un impietoso due e mezzo. Secondo l'associazione il comune non avrebbe fatto abbastanza. Per il sindaco quella di Legambiente è stata un'analisi superficiale e porta un esempio: «La Luxottica è in una zona a rischio, ma per lo studio la soluzione ideale è quella di portare le aziende altrove. E' chiaro che per Cencenighe questo significherebbe chiudere lo stabilimento e perdere 400 posti di lavoro». Soppelsa invece evidenzia come molto si stia facendo proprio attorno alla Luxottica, in particolare per la messa in sicurezza del Torcol. Qui l'intervento sta entrando nella sua fase conclusiva.  Ritornando alla classifica, per il primo cittadino è prevalsa un'altra logica: «Legambiente ha fatto compilare dei moduli ai singoli comuni. Tutto era basato sull'autocertificazione. E' ovvio che a pagare siano stati i comuni più sinceri».  Soppelsa cita come dato inconfutabile la stagione di lavori iniziata con l'arrivo dei nove miliardi di lire del decreto Sarno. «Abbiamo ripristinato il torrente Chioit e la zona di Maseroz. Infine il Torcol», l'elenco delle opere portate a compimento. Adesso si metterà mano sul punto più delicato e monitorato, ovvero il nodo idraulico dove Biois e Cordevole si incontrano.  «Il progetto definitivo è quasi pronto. Stiamo aspettando gli elaborato», afferma il primo cittadino, che pensa già di arrivare alla formulazione del bando per i lavori a stretto giro di posta. L'intervento supera il milione di euro. Ma il ragionamento del sindaco si concentra anche sulle competenze: "Legambiente ha sbagliato bersaglio. I singoli comuni non possono fare grandi cose. Noi abbiamo avuto l'opportunità del decreto Sarno. Senza di questo, sarebbe stato difficile fare fronte a certe operazioni»


Cliccando sul titolo qui sotto potrete leggere l'articolo a cui si riferisce l'intervento del sindaco di Cencenighe: 
La montagna frana in 28 comuni