VENERDI' 25 GENNAIO 2013 - Il Journal
di Simone Ricci
È un vizio difficile da stroncare: le grandi multinazionali tecnologiche sono protagoniste di evidenti casi di evasione fiscale nel nostro paese, ma le compagnie italiane non sono da meno. È il caso di Luxottica, spa veneta celebre per la produzione e distribuzione di occhiali, su cui è piombata un’accusa pesante, quella di una elusione fiscaleda ben cinquantacinque milioni di euro. La Guardia di Finanza ha già perquisito la sede ufficiale di Agordo e quella di Milano. Che cosa è successo di preciso?
Anzitutto, bisogna capire la differenza tra elusione ed evasione. Nel primo caso, si sfruttano le norme nazionali e internazionali per ottenere dei vantaggi in termini di alleggerimento del carico fiscale, mentre l’evasione rappresenta una operazione fraudolenta, volta a sottrarre imponibile allo Stato. Per quel che riguarda Luxottica, i fatti contestati risalgono al 2007, proprio l’anno in cui è stata acquistata la società americana Oakley, leader mondiale dell’ottica sportiva.
Ebbene, i dirigenti di allora e l’amministratore delegato Andrea Guerra avrebbero compilato delle dichiarazioni infedeli, in particolare per quel che riguarda il cosiddetto transfer pricing: si tratta di un fenomeno complesso da spiegare, ma che riguarda le relazioni economiche tra imprese in stati diversi, ma appartenenti allo stesso gruppo. Il Fisco sospetta che i prodotti siano stati venduti a delle società controllate estere a prezzi inferiori al normale, in modo da ridurre le tasse italiane.
In effetti, Luxottica vanta moltissime filiali sparse in tutto il mondo: l’azienda ha spiegato come si tratti di operazioni normali di vendita, senza alcuna fiscalità privilegiata e quindi nessuna convenienza. Gli accertamenti non sono ancora terminati, se tutto dovesse essere confermato perché una compagnia affermata e forte come Luxottica ha bisogno di simili meccanismi per ottenere dei risparmi fiscali.