La “modernità” senza diritti.


Landini (Fiom):
"Deroghe al Contratto nazionale, un atto di barbarie"


GIOVEDI' 02 SETTEMBRE 2010 - Dazebao.org


di Tommaso Vaccaro
ROMA - La deroga dei diritti “non è modernità, è barbarie”. Parla così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, in occasione della conferenza stampa convocata dal sindacato delle tute blu Cgil, in vista della manifestazione del 16 ottobre.

 

«Una cosa di una gravità assoluta, un imbarbarimento sociale del Paese» replica dunque, il segretario della Fiom. Landini che annuncia, inoltre, nel caso in cui il 7 settembre Federmeccanica dovesse presentare una disdetta del contratto del 2008, l’unico valido per legge fino al 2011: «Noi non lo accetteremo e tutto quello che potremo fare lo faremo». Fino alle azioni legali contro quelle aziende che non rispetteranno gli accordi sottoscritti in sede di contrattazione nazionale.

Quel contratto, sottolinea infatti il segretario del sindacato metalmeccanici, «è l'unico firmato da tutte le rappresentanze sindacali con il consenso dei lavoratori e non parla di deroghe». Quindi, continua ancora Landini, «Fim e Uilm devono chiedersi chi gli ha dato il mandato di cancellare il contratto nazionale».

A coloro che hanno detto nelle ultime settimane che il contratto dei metalmeccanici sarebbe “obsoleto”, il numero uno della Fiom ricorda che il testo del 2008 “permette l'utilizzo al massimo degli impianti facendo accordi con il sindacato”. Tutte scuse, insomma, per smantellare i diritti dei lavoratori a colpi di diktat. Ma «scegliere la strada dello scontro non fa bene né al Paese né alle fabbriche, che senza consenso fanno fatica a produrre», sottolinea ancora Landini rilanciando la manifestazione della Fiom del 16 ottobre. Un’occasione per lanciare un messaggio chiaro: «Non può passare l'idea che a causa della crisi si possano cancellare i diritti dei lavoratori. Il lavoro è un bene comune ed è interesse di tutti difenderlo. In caso contrario si fa arretrare il Paese».

Ma quella del 16 ottobre sarà soltanto la prima tappa di una mobilitazione più larga. “Terremo assemblee in tutti i posti di lavoro per studiare in questo modo chi mette in discussione la democrazia e i diritti del lavoro” afferma il segretario dei metalmeccanici della Cgil.

Landini che poi ha annunciato di aver dato mandato ai legali del sindacato per querelare il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: «Bisogna smetterla di dire cose inesatte. C'è una sentenza di un giudice che dice che quei lavoratori non hanno fatto alcuna azione di cui sono stati accusati. Quindi non è accettabile offendere i lavoratori e i sindacati».

«Ribadiamo - ha detto Landini, riferendosi alla vicenda dei tre operai Fiat di Melfi licenziati dall'azienda per cui la magistratura ha deciso il reintegro - l'importanza che le leggi siano rispettate, chi sta commettendo un reato oggi è la Fiat che paga i lavoratori senza farli lavorare».
Questa, ovvero l'idea che sia possibile non applicare le leggi, che si possa licenziare un lavoratore dalla sera alla mattina, non è modernità. Su questo punto, annuncia il segretario della Fiom, “da parte nostra non ci sarà alcun ripensamento: è una barbarie che non accettiamo”.

Parole, quelle di Landini, che arrivano all’indomani delle dichiarazioni del presidente di Federmeccanica, il quale ha ipotizzato un accordo con una parte dei sindacati (quelli che hanno sottoscritto l’accordo separato del 2009) per introdurre deroghe al contratto nazionale per tutti i settori produttivi.