La mia esperienza lavorativa come operaia comincia nell'aprile del 2000 quando, dopo 14 anni di lavoro autonomo, e tre come dipendente nel settore alberghiero, Luxottica mi assume, a tempo indeterminato (allora era ancora usuale), con la qualifica di operaia di 2° livello nello stabilimento di Agordo.
Nonostante ch'io non appartenga alla categoria dei "vecchi", di coloro cioè che hanno avuto modo di vivere tutte le fasi storiche di quest'azienda, ho comunque assistito e tuttora assisto alle profonde trasformazioni del lavoro così come lo avevamo conosciuto.
Sono cambiati i modi, i tempi, i luoghi della produzione, si palesano filiere produttive più integrate al proprio interno, più complesse, con figure professionali più qualificate, che pongono nuovi problemi di tutela e rappresentanza.
Questa è una delle ragioni che mi hanno spinto a far parte della rappresentanza sindacale dei lavoratori di quest'azienda.
L'occasione mi si presentò a circa tre anni dall'assunzione, quando entrai nella R.S.U. come delegata della CGIL, sostituendo un collega che aveva lasciato l'incarico.
Venni poi riconfermata nelle elezioni per il rinnovo dell' R.S.U. nel 2005.
Come rappresentante dei lavoratori, ho fatto parte dell'esecutivo, della commissione part-time, della commissione trasporti e della commissione mensa.
Credo di essermi sempre adoperata, nei contesti che ho detto e di concerto con i miei compagni nella rappresentanza della CGIL, per far valere i diritti e migliorare le condizioni dei lavoratori, partecipando fra l'altro attivamente alle riunioni dell'esecutivo con l'azienda. E si è spesso trattato di riunioni che chiedevano impegno, determinazione e volontà di non mollare.
Circa la mensa, ho ottenuto che vi fosse giornalmente garantito il cibo adatto ai celiaci, e cioè coloro che come me non tollerano il glutine negli alimenti, e il cui numero si rivela essere sempre crescente; abbiamo inoltre propugnato e ottenuto una maggior varietà di pietanze, anche se questa conquista è stata poi a volte insidiata e disattesa.
Quanto ai trasporti, tralasciando le pressioni continue sulla Dolomitibus perché si potesse viaggiar più comodamente (e cioè seduti!), abbiamo richiesto e avuto una terza corriera per la tratta Agordo-Belluno; io poi mi sono battuta con successo perché la società di trasporti in questione smettesse la sua assurda pretesa di far pagare il biglietto per il viaggio d'andata e ritorno ai lavoratori in part-time (e possessori di abbonamento!) nei sabati di flessibilità.
Per il part-time, oltre al normale lavoro mensile di verifica e controllo del rispetto delle regole sulle assegnazioni da parte dell'azienda, abbiamo "portato a casa" un certo numero di part-time atipici, e cioè della durata di quattro mesi, soddisfacendo così il desiderio e le esigenze di lavoratori che non avrebbero potuto altrimenti usufruire di alcuna forma di tempo parziale.
Belluno 19 giugno 2009
Valentina Da Rold