DOPO LA MANIFESTAZIONE DI TREVISO

"Ma quale ripresa si sta peggio di prima"
DOMENICA 08 NOVEMBRE 2009 - Corriere delle Alpi

TREVISO. In diecimila (secondo gli organizzatori) a Treviso per la manifestazione regionale della Cgil. Dal palco il segretario generale Guglielmo Epifani stempera i toni ottimistici del governo sulla ripresa e chiede una svolta definitiva: «La situazione è tutt’altro che risolta - dice - la crisi è prolungata, ci vorranno 7-8 anni per tornare ai livelli di lavoro e occupazione del 2007». Per il numero uno nazionale della Cgil, giunto ieri nella Marca per partecipare al corteo, quella in corso è una “ripresina” che non porta però in pari il bilancio negativo degli ultimi 14 mesi. «Non abbiamo recuperato né occupazione né lavoro», ha spiegato dal palco allestito in piazzetta Aldo Moro. «Mi spiace che il governo pensi solo al dato della ripresa e non alla disoccupazione, vero problema che il paese dovrà governare nei prossimi due anni». Nemmeno i recenti dati incoraggianti dell’Ocse servono a stemperare la cr isi che ha cancellato oltre centomila posti di lavoro in Veneto, con Treviso che paga un tributo alto in termini di mortalità di imprese. «Siamo entrati - ha detto Epifani - in una fase di ripresa molto bassa con tanta disoccupazione. E’ per questo che facciamo una manifestazione qui a Treviso e ne faremo una la settimana prossima a Roma: bisogna ottenere politiche più forti di sostegno del lavoro e dell’occupazione. Il vero problema è come si risponde alla condizione delle persone». Il primo a finire nel mirino è proprio il ministro trevigiano del Welfare, Maurizio Sacconi, e le misure anti crisi per il 2010 varate dal suo ministero definite «simboliche ma senza sostanza». «Noi chiediamo cose precise - elenca Epifani - l’indennità di disoccupazione portiamola a 16 mesi, perché se un lavoratore perde il lavoro in questa crisi non lo ritrova. La disoccupazione mettiamola ai massimali perché con 800 euro al mese non si vive per 15 o 16 mesi». I nodi da sciogliere rimangono tanti (rispuntano infatti la detassazione dei salari e il sostegno dei precari) a testimonianza della distanza che divide il maggiore sindacato dalle politiche del Governo come dalle altre sigle, assenti ieri alla manifestazione monocolore. «Vista la crisi generale i lavoratori ci chiedono di stare insieme, ma in Veneto, nonostante le buone intenzioni, non ci siamo riusciti». Epifani invoca quindi coesione per uscire dal tunnel e una piattaforma anti-crisi del Veneto, regione che ha più più sofferto con la caduta dell’export e in cui stentano migliaia di «lavoratori invisibili». «Avendo tante piccolissime imprese e tanti artigiani, è chiaro che una crisi prolungata fa venir meno tante aziende e tanti lavoratori. E’la conferma che la situazione è tutt’altro che risolta». -  (Enrico Lorenzo Tidona)