MERCOLEDI' 03 NOVEMBRE 2010 - il PANE e le rose
«Sarà un'avventura difficile, non solo per l'attacco alla Cgil, ma anche per lo stato in cui è l'Italia. Dobbiamo pensare ai lavoratori che attendono risposte». Così Susanna Camusso, pochi minuti dopo la sua elezione a segretario generale della Cgil, il più grande sindacato europeo che per la prima volta elegge alla sua guida una donna, una svolta sicuramente, un momento importante. Il 79% del direttivo della Cgil ha detto sì alla Camusso, che ringrazia «a tutto il direttivo, grazie a chi ha sostenuto la mia candidatura e grazie a chi l'ha contrastata. Un compito che avrò è essere un punto di direzione di tutto e per tutti». I no sono venuti dall’area la “Cgil che vogliamo”
Ma vediamo brevemente chi è la “prima donna” della Cgil. Anni 55, dal 1975 impegnata nel sindacato a cui si è avvicinata coordinando le politiche delle 150 ore per
ULTERIORI NOTE BIOGRAFICHE (tratte da: sollevazione.blogspot.com)
Ci pensa Il Sole 24 Ore a dirci con chi i lavoratori avranno a che fare, ovvero a tesserne sperticate lodi. Al di là dell'enfasi con cui viene elogiata la sua "disponibilità al dialogo e al compromesso" (che nel linguaggio affettato del giornale confindustriale significa null'altro che la propensione a subordinare gli interessi degli operai a quelli dei loro padroni), ovviamente contrapposta alla spigolosa FIOM, veniamo a sapere la cosa più importante. La Camusso è stata socialista, e ha fatto una controversa carriera nella CGIL in quota alla confraternita legata al vecchio PSI (fino al suo inabissamento e all'autoesilio di Craxi ad Hammamet). Di sicuro un ottimo pedigree, un promettente viatico, non per i lavoratori, s'intende, ma per i padroni.
Così il Sole liscia il pelo della Camusso: «Un percorso, segnato da un profilo pragmatico-riformista, che 35 anni fa inizia fuori dagli steccati ideologici». In cosa consista il "pragmatismo-riformista" lo si spiega subito dopo: «Dunque l'affiliazione socialista le risparmia qualunque fascinazione, ancora presente in parte della FIOM di matrice comunista, verso un'idea di sindacato come palestra per allenare i lavoratori alla lotta di classe».
Chi ha orecchie per intendere intenda.
Nel 1996 la FIOM di Sabattini la rimosse dalla segreteria perché fu proprio lei ad aver voluto ad ogni costo un accordo integrativo con la FIAT sul lavoro notturno, che gli iscritti alla FIOM contestarono duramente, tra l'altro proprio perché penalizzava fortemente le donne.
Nel 1996 la FIOM di Sabattini la rimosse dalla segreteria perché fu proprio lei ad aver voluto ad ogni costo un accordo integrativo con la FIAT sul lavoro notturno, che gli iscritti alla FIOM contestarono duramente, tra l'altro proprio perché penalizzava fortemente le donne.
Ri-chiosa Il Sole 24 Ore: « Al di là di queste alchimie interne, il problema è costituito da quanto il profilo modernizzatore e riformista della Camusso potrà cambiare un organismo pesante e novecentesco come la CGIL».
"Profilo modernizzatore e riformista". Quando i padroni usano queste parole, gli operai non possono che portarsi la mano sinistra sulle parti basse. E' fin troppo evidente che la Confindustria, schierata compatta con la linea intransigente Marchionne-Marcegaglia, spera di fare della Camusso il proprio Cavallo di Troia, allo scopo di piegare la FIOM e, quello che più conta, trascinare la CGIL al tavolo del negoziato affinché sottoscriva, come CISL e UIL hanno già fatto, il "Piano per l'Italia", ovvero far accettare ai lavoratori un regime neo-schiavista nelle fabbriche.
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