Il futuro è ancora incerto: sindacati e imprenditori attendono l'aiuto del governo
SABATO 20 NOVEBRE 2010 - Corriere delle Alpi
di Paola Dell'Anese
BELLUNO. E' agli sgoccioli il fondo per la cassa integrazione in deroga che si chiude il 31 dicembre. E sono in scadenza anche gli altri ammortizzatori sociali. I sindacati e le categorie imprenditoriali sono in allarme. A rischio sono un migliaio di lavoratori in tutta la provincia. Intanto, nelle sedi dei sindacati sono quotidiane le richieste di aiuto di chi ha perso il lavoro. La crisi, quindi, non è passata. Tra i problemi che con la fine dell'anno dovranno essere risolti, c'è appunto la fine della cassa integrazione ordinaria e straordinaria per tantissimi lavoratori e i dubbi circa il rifinanziamento della cassa in deroga. Cassa in deroga che nei primi nove mesi del 2010 era stata chiesta da circa 200 imprese, per oltre un migliaio di lavoratori e un milione di ore. A ciò si aggiungono 3 milioni di ore di cassa straordinaria richieste sempre nello stesso periodo e 1,6 milioni di ore per la cassa straordinaria. «Stiamo lottando coi denti e con le unghie con diverse aziende dove stanno per scadere gli ammortizzatori sociali Cigo e Cigs», spiega il segretario della Camera del Lavoro, Renato Bressan. «Vogliamo che chiedano quella in deroga. Ma le nubi sono minacciose, visto che ad oggi abbiamo solo la promessa verbale del rifinanziamento del fondo da parte del governo; al momento non esistono decreti o leggi. Molte imprese, quindi, di fronte a questa incertezza potrebbero decidere di non andare avanti e chiudere baracca. Questo significherebbe altri disoccupati in una provincia già in ginocchio dal punto di vista dell'occupazione». Per fermare questa tendenza, e nell'attesa della votazione della legge di stabilità che dovrebbe arrivare entro la fine di dicembre, i sindacati stanno chiedendo «alle aziende e ai lavoratori di utilizzare le ferie rimaste, così da prendere tempo, rinviando il più possibile la decisione». Il momento è difficile per le imprese, che si trovano a un bivio: avere fiducia nel governo e chiedere ugualmente gli ammortizzatori malgrado non siano stati ancora rifinanziati, oppure non fidarsi e chiudere. «In realtà la finanziaria è passata in questi giorni alla Camera, adesso dovrà approdare al Senato. E' auspicabile che non trovi alcun ostacolo e che la responsabilità politica di quanti ci amministrano prevalga sulle lotte tra partiti», precisa Bressan, «ma finchè non vedremo nero su bianco non possiamo esserne certi». «Qualche impresa ci ha chiesto la cassa in deroga», precisa Paolo Porelli dell'ufficio sindacale dell'Uapi, «ma possiamo inoltrare la domanda solo fino al 31 dicembre, poi si vedrà. Per le piccole e medie imprese ci aiuta il ricorso al sussidio dell'Ebav, che permette ai lavoratori di andare avanti per un paio di mesi nell'attesa che arrivino i fondi per la deroga». Deroga che se da un lato salva molte famiglie, dall'altro non è di immediata riscossione. «Chi inoltrerà la domanda, infatti, potrà avere il corrispettivo a giugno del prossimo anno», precisa Porelli. «Perchè la Regione, prima di erogare i fondi deve verificare quante ore, tra quelle richieste, sono state effettivamente utilizzate; in base a ciò ridistribuirà le risorse alle altre in lista di attesa». «Per avere l'anticipo della cassa in deroga», conclude Porelli, «la Provincia ha stipulato un accordo con le banche, ma a quanto risulta solo in pochi lo hanno sfruttato».