Bond: «Date lavoro ai bellunesi»


Il pidiellino Bond parla leghista e fa un appello alle imprese: “assumete i veneti”


VENERDI' 24 settembre 2010 - Corriere delle Alpi

di Cristian Arboit 
BELLUNO. Prima le famiglie monoreddito e i giovani del posto, preferibilmente residenti. Ieri mattina il capogruppo del Pdl del consiglio regionale, Dario Bond, lo ha chiesto senza girarci attorno ai dirigenti della Luxottica in un incontro a Sedico. Un’esigenza che per il consigliere nasce da una constatazione: «Nelle nostre aziende ci sono troppi cinesi. Dobbiamo favorire la manodopera locale già provata dalla crisi». E qui scatta subito una precisazione: «Nessun vuole fare discriminazioni, è un ragionamento basato soltanto sul buonsenso». Il presupposto - stando al ragionamento di Bond - oltre che sociale è anche economico: chi vive sul territorio investe in loco, chi viene da fuori spesso porta la sua ricchezza altrove. Ovvio dunque che la prima mossa di una partita che si preannuncia lunga sia stata giocata di fronte ai vertici della maggiore realtà industriale bellunese. «I dirigenti della Luxottica”, afferma Bond, “si sono dimostrati disponibili. Secondo me si può iniziare un percorso fatto di priorità». Cauto il sindaco Giovanni Piccoli: «Con la Luxottica ci troviamo periodicamente. Visto il momento storico, abbiamo chiesto un’attenzione particolare a quelle situazioni di maggiore disagio presenti sul nostro territorio». Più che di italiani e cinesi, Piccoli preferisce parlare di “soggetti territoriali”. Nell’incontro si sono affrontate anche altre tematiche, come il trasporto. Lo scarto sembra terminologico, di fatto ieri si è aperto un vaso di Pandora. «Mi rendo conto che questo appello possa essere strumentalizzato», afferma Bond, «ma qui nessuno vuole fare il razzista».  «Dico soltanto che in un momento come questo, dove le famiglie bellunesi sono in grave difficoltà, le aziende devono dimostrare maggiore aderenza al territorio e alle sue esigenze».  La richiesta del capogruppo Pdl - formalizzata in un incontro durato un’ora - arriva nel momento in cui l’azienda sta ritornando a macinare dopo un 2009 altalenante. A dimostrarlo una stagione di nuove assunzioni e i due sabati di flessibilità richiesti tra settembre e ottobre, senza contare le buone performance sul fronte finanziario del gruppo.   “Troppi cinesi”. Il problema è strutturale. «La manodopera cinese è molto competitiva e spesso arriva attraverso le agenzie interinali», spiega Bond, convinto che così si alterino gli equilibri del mercato interno del lavoro.  «I nostri lavoratori sono qualificati e si vedono superati. Adesso è così, fra qualche anno potrebbe essere anche peggio».  Inevitabile l’obiezione politica. «Prima i veneti» non era uno slogan della Lega? Bond dice di non farne una “questione partitica”: «Questo è semplice buonsenso, non è né di destra né di sinistra. Serve dare lavoro prima ai bellunesi perché sono i bellunesi che investono poi sul territorio. Chi viene dalla Cina o da altri Paesi spesso manda i suoi risparmi nella terra d’origine».  Bond dice di non nascondersi dietro al classico dito: «Sono affermazioni scomode e strumentalizzabili, ma qualcuno deve dirle. Non volevo restasse una enunciazione di principio, per questo ho chiesto di poter incontrare i responsabili di una delle realtà industriali più importanti del nostro Paese».   Famiglie e giovani. Non tutti i bellunesi sono a loro volta uguali: «Occorre trovare soluzioni diverse per problemi diversi. In una scala di valori deve essere data priorità a chi sta peggio». Bond non ha dubbi che si tratti dei giovani e della famiglie monoreddito. «Molti nuclei familiari si ritrovano con un coniuge in cassa integrazione o senza lavoro», spiega Bond. «Hanno visto diminuire la loro qualità della vita. Così si impoverisce l’intero tessuto sociale». Da qui l’appello a Luxottica di reclutare - nei limiti ovviamente delle normative - le persone più “vicine” agli stabilimenti.  Si vota alla cautela il sindaco di Sedico, Giovanni Piccoli: «Non voglio entrare nel merito delle decisioni di Luxottica. Mi limito a dire che serve porre maggiore attenzione verso le situazioni di disagio più vicine a noi. Finora l’azienda si è sempre dimostrata sensibile alle istanze del territorio». Piccoli parla soprattutto del precariato e delle famiglie giovani: «L’impatto sociale di certe situazioni familiari sta diventando importante».  Lo stesso Piccoli conferma come da parte del gruppo ci sia stata la massima disponibilità ad approfondire la questione dei fabbisogni del territorio.  Proprio nei giorni scorsi il gruppo di Del Vecchio ha ottenuto un importante riconoscimento nazionale quale migliore “impresa etica” d’Italia. A questo punto la domanda è spontanea: è etico chiedere a un’azienda di assumere in via prioritaria i soggetti deboli residenti nel territorio? La discussione è aperta.