AMMORTIZZATORI SOCIALI NEL VENETO - La Cgil non firma il protocollo in Regione


Consenso delle associazioni imprenditoriali regionali e di 
Cisl, Uil, Cisa (autonomi) e Ugl 

Nel pdf allegato all'articolo alcuni esempi dell'accordo 2010 messi a confronto con quello del 2011 



DICEMBRE 2010 - CGIL Veneto/Comunicato Segreteria


LA CGIL NON HA FIRMATO UN ACCORDO (del 7/12/2010)  IN REGIONE CHE ESCLUDE I LAVORATORI DI AZIENDE CESSATE O FALLITE, RIDUCE LE PRESTAZIONI PER QUELLI IN ESUBERO E DISCRIMINA I DIPENDENTI DI IMPRESE CHE NON ADERISCONO AD ENTI BILATERALI


Un accordo che peggiora l’intesa del 2010, mentre la crisi non solo non accenna ad allentare la morsa, ma registra un ulteriore indurimento soprattutto sul versante del lavoro. I punti su cui è determinante la spaccatura sono:
  • l’esclusione dell’accesso alla cassa integrazione in deroga per tutte le aziende che cessano l’attività o per fallimento. Per la Cgil bisogna invece consentire la possibilità per i lavoratori di queste aziende di fruire di un periodo di cassa per favorirne la ricollocazione e la formazione. Ciò è soprattutto più grave atteso che manca un tavolo specifico sulle politiche attive per il lavoro e un progetto per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato.

  • la previsione di durate diverse degli ammortizzatori a seconda che le imprese siano iscritte o no ad Enti Bilaterali. Non si comprende perché a lavoratori che si trovano nella medesima condizione si assicurano periodi diversi di cassa integrazione in deroga. Non si può far pagare ai lavoratori il fatto che un’ azienda sia o meno aderente ad un Ente bilaterale.

  • è stato ridotto da 12 a 6 mesi il periodo di cassa in deroga per i lavoratori in esubero. Questa misura, tra l’altro, è sottoposta alla condizione che l’azienda versi una quota per cofinanziare l’intervento. E se l’azienda non versasse, il lavoratore dovrebbe prenderlo in saccoccia?

In definitiva, si può affermare senza ombra di smentita che il nuovo accordo riduce in misura consistente il numero dei lavoratori fino ad oggi in qualche modo tutelati. A pagare di più sono coloro che lavorano nelle piccole aziende, nel terziario (commercio, turismo, pulimento), nel settore della cooperazione e in generale tutti i lavoratori precari per i quali si rende sempre più difficile la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali in deroga, atteso che il Governo non ha voluto fare una riforma generale degli ammortizzatori. Contrariamente alle altre regioni che, stante la crisi, stanno prorogando gli accordi sulla cassa integrazione in deroga fino a marzo, in attesa di avere un quadro più preciso sulle risorse che il governo metterà a disposizione, la regione Veneto ha inteso forzare la mano scaricando soprattutto sui lavoratori più giovani e più precari i costi della crisi.Ci spiace constatare come le parti datoriali, che dovrebbero essere le più interessate a gestire una fase tanto complessa di riposizionamento delle imprese, abbiano scelto di rompere la coesione sociale abbandonando al loro destino migliaia di lavoratori.Era dal 2004 che non si produceva un accordo separato su questo tema, il che rende ancora più grave la rottura che si è voluta operare con la Cgil.

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FIRMATO INOLTRE ACCORDO SEPARATO SU

APPRENDISTATO


Intesa sperimentale che conferisce il titolo di "istruzione" ai periodi svolti nelle aziende. No della Cgil, che lancia l'allarme: "Abbassa a 15 anni l'obbligo scolastico". Nel Veneto già il 28% dei ragazzi non completa gli studi superiori.

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